Fontana di Trevi - VisitareRoma.com
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Scritto da pedro facciolo

La Fontana di Trevi: eccovi la storia e tutte le curiosità!

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Avete mai sentito parlare della Fontana di Trevi? Sicuramente sì, ma forse possiamo ancora stupirvi con qualche curiosità su uno dei monumenti più belli del mondo! Ecco quindi un completissimo articolo per prepararsi alla visita 🙂

Tra i simboli indiscussi della Città Eterna e tappa obbligatoria del nostro soggiorno a Roma, la Fontana di Trevi è la più spettacolare e grande delle fontane romane con una larghezza di 20 metri e una altezza di 26. Questa straordinaria opera d’arte è molto più che una scultura: è il trionfo dell’estetica barocca che si incarna nelle forme naturali e celebra il meraviglioso e mutevole mondo dell’acqua.

Un gioiello fatto d’acqua e di pietra la cui presenza si avverte già percorrendo i vicoli vicini. Ed è proprio l’acqua la protagonista che danzando produce uno scroscio intenso e crescente che riempie il rione ed esplode all’improvviso nella piazza di Trevi, offrendoci uno spettacolo mozzafiato.

Ma come e quando nasce l’idea di fare una fontana in questo snodo del centro storico romano? Perché si chiama Fontana di Trevi? Chi sono gli autori di tanta bellezza e cosa rappresentano tutti quei personaggi? Scopriamolo insieme in questo articolo!

Storia della Fontana di Trevi

La Fontana di Trevi si trova all’incrocio di tre vie, o trivium, un luogo anticamente denominato “dello Trejo” e da qui il nome “di Trevi”.

Nell’attuale Piazza di Trevi termina uno degli undici acquedotti che rifornivano di acqua l’Urbe: l’Acquedotto Vergine. Si tratta dell’unico acquedotto ancora attivo fin dai tempi dei romani che scorre sotto terra per oltre 20 chilometri fino alla Fontana di Trevi che ne segna, appunto, la fine.

Costruito nel 19 a.c. da Marco Agrippa, ammiraglio e ingegnere idraulico al servizio dell’Imperatore Augusto, l’acquedotto dell’Aqua Virgo oltre a rifornire d’acqua la città, alimentava le prime terme pubbliche di Roma consacrate al dio Nettuno. Il nome deriva da una leggenda secondo cui i soldati di Agrippa, assettati, furono guidati alla scoperta della sorgente da una fanciulla, una vergine. La fontana di Agrippa, punto terminale dell’Acquedotto Vergine, era costituita da tre vasche di raccolta e mantenne questa forma fino al 1453, quando Papa Niccolò V affidò il restauro a Leon Battista Alberti e le tre vasche furono sostituite da un unico enorme vascone dal quale i romani attingevano acqua di sorgente.

Solo con il Papa Urbano VII Barberini si pensò a una vera ristrutturazione della fontana. Il Papa voleva una fontana scenografica e grandiosa, tanto da essere visibile dalla sua residenza al Quirinale. Assegna così l’incarico, verso il 1640, al grande scultore Gian Lorenzo Bernini, che presenta vari progetti, tutti costosissimi. Il Papa pensò, quindi, di aumentate le tasse sul vino per pagare i lavori della fontana monumentale causando lo scontento del popolo romano. Il solo aumento delle tasse non fu sufficiente: le spese da sostenere erano molto alte e i materiali scarseggiavano, inoltre, le proteste cittadine rallentarono i lavori e sia il Papa urbano VIII sia il Bernini morirono prima che la fontana fosse ultimata.

Fu Papa Clemente XII Corsini che riprese l’idea di una fontana monumentale che potesse rifornire la città di una maggiore quantità di acqua potabile e, a questo scopo, bandì nel 1730 un concorso tra i migliori artisti dell’epoca: vinse l’architetto romano Nicola Salvi.

Era il 1732 quando iniziarono i lavori. L’architetto incarna lo spirito del tardo barocco con il suo capolavoro dove l’acqua scorre, salta e rimbalza tra i finti massi, creando suggestive cascatelle e giochi di luce, che contrastano con l’imponenza e la gravità della struttura architettonica retrostante del Palazzo Poli. L’opera del Salvi rappresenta una raggiunta sintesi di architettura, scultura ed elementi naturali dove il tema fondamentale è il movimento: il perenne divenire delle cose di cui l’acqua, per sua stessa natura, ne è il simbolo.

Sfortunatamente, né Clemente XII né Nicola Salvi avrebbero visto la conclusione dell’opera. Fu lo scultore Pietro Bracci che, sotto la tutela di Clemente XIII e la direzione di Giuseppe Pannini, completò il progetto. Fontana di Trevi, come la conosciamo oggi, fu inaugurata ufficialmente il 22 maggio 1762, di domenica.

Sculture e personaggi della Fontana di Trevi

I gruppi scultorei sono stati realizzati in un secondo momento, dopo la morte del Salvi che ne aveva comunque definito l’iconografia.

L’opera più famosa è la statua di Oceano, dello scultore di Pietro Bracci: la Fontana di Trevi vuole essere, infatti, un gigantesco omaggio al dio del mare e all’acquedotto costruito in suo onore. La scena principale è dominata da una scogliera rocciosa, su cui si trova il cocchio a forma di conchiglia di Oceano, trainato da due cavalli alati e guidati, a loro volta, da due tritoni, semidei metà uomini e metà pesci. I due cavalli marini simboleggiano gli stati del mare: uno è calmo, l’altro è agitato. Uno dei due tritoni soffia a pieni polmoni dentro a una conchiglia: questo suono era in grado di calmare le tempeste e preannunciava l’arrivo del dio del mare.

Al centro, dentro un arco circondato da colonne, domina la scena il dio Oceano, che si erge e scruta maestoso la grande vasca rappresentante i suoi domini sommersi. Ai lati del dio, le statue incastonate dentro due nicchie rappresentano la personificazione dell’Abbondanza, intenta a versare acqua dalla sua urna e quella della Salubrità, con in mano una coppa dalla quale si disseta un serpente.

Le origini dell’acquedotto vengono ricordate dai due fregi in alto: a sinistra Agrippa che approva il progetto e a destra la fanciulla vergine, che indica ai soldati assetati la sorgente.

In alto, completano la scena lo stemma in marmo di Clemente XII e le statue rappresentanti le quattro stagioni.

Curiosità sulla Fontana di Trevi

Non mancano curiosità e leggende legate alla fontana: avete notato il grande vaso sulla destra della fontana? I romani lo hanno soprannominato “asso di coppe” e sembra sia stato collocato lì dallo stesso Nicola Salvi. Si dice che durante i lavori di costruzione della fontana, ci fosse un barbiere con la bottega proprio da quel lato della piazza e che questi si lamentasse in continuazione per i disagi e il rumore causati dal cantiere. “È solo uno spreco di soldi!” gridava imperterrito il barbiere. Salvi, stanco delle lamentele, per tutta risposta colloca l’enorme vaso a tappare la vista del cantiere al petulante barbiere. Provate a mettervi dietro l’asso di coppe: non si vede nulla!!!

Altra curiosità che aumenta la magia di questo luogo la troviamo sulla destra: è la Fontanella degli Innamorati, realizzata sempre dal Salvi per dare la possibilità ai passanti di dissetarsi. Nella semplicità di questa fontana notiamo due getti d’acqua che, poco prima di toccare la vasca rettangolare, si incrociano. Da qui nasce la leggenda degli innamorati: per essere sicure che l’innamorato sarebbe tornato da loro dopo il servizio militare, le ragazze romane portavano dei bicchieri nuovi, li riempivano dalla fontanella e invitavano l’innamorato a bere l’Acqua Vergine, per poi concludere il rituale rompendo i bicchieri. Il loro amore sarebbe così durato per sempre e il fidanzato sarebbe rimasto fedele all’amata e a Roma!

Ma la leggenda popolare più famosa collegata alla Fontana di Trevi è quella legata al lancio della moneta. Oltre a portare fortuna, lanciare una monetina di spalle e con gli occhi chiusi nella fontana assicura, secondo la leggenda, il ritorno nella Città Eterna.

Ma c’è un’altra leggenda secondo la quale si devono lanciare tre monete nella fontana: se lanci una moneta nella fontana, tornerai a Roma; lanciandone due, troverai l’amore della tua vita e lanciandone tre, ti sposerai con la persona che ami. Mi raccomando: affinché funzioni, bisogna lanciare le monete con la mano destra al di sopra della spalla sinistra!

Questa famosissima leggenda nasce nel 1954 con il film “Tre soldi nella fontana di Trevi”, da allora ogni anno si estraggono dalla fontana tantissime monete. Si calcolano circa un milione e mezzo di euro all’anno raccolti nella fontana e destinati una parte alla Caritas e una parte alla manutenzione del patrimonio culturale della città.

Totò e la Fontana di Trevi

In molti ricorderanno la divertente scena della truffa più famosa, quella della vendita della Fontana di Trevi in “Totò truffa 62”. Totò, dopo aver scacciato un ragazzino che sta raccogliendo alcune monetine dal fondo della vasca, si rivolge a un americano egli dice: “ma lo sa lei che ci perdo almeno un paio di centinaia di migliaia di lire all’anno con questi ragazzini? Al sabato quando faccio asciugare la fontana mi mancano sempre 3-4 mila lire!”.

L’italo americano, incredulo, risponde chiedendo se il denaro era suo e Totò dirà una di quelle frasi sulla Fontana di Trevi che son rimaste nella storia: “Si capisce! Questa è la famosa Fontana di Trevi, appartiene alla mia famiglia da molte generazioni. Permette? Cavaliere Ufficiale Antonio Trevi.”

Oltre a “Totò truffa 62” e la commedia romantica “Tre soldi nella fontana”, la Fontana di Trevi ha fatto da sfondo a numerosi film classici. La ricordiamo in tutto il suo splendore, protagonista di una delle scene più belle del cinema italiano quando una sensuale Anita Ekberg si tuffa nella vasca e invita un incredulo Marcello Mastroianni a fare lo stesso: “Marcello, come here! Hurry up!”

Se visitate la città nei mesi più caldi è probabile che vi verrà voglia di fare un bagno nella Fontana di Trevi, ma ricordatevi che non siamo ne “La dolce vita” di Federico Fellini: potreste beccarvi una multa salata!

Nel gennaio del 2013, è stato annunciato da Fendi un’imponente operazione di restauro per un costo di quasi 2,2 milioni di euro. Il 3 novembre del 2015 la Fontana di Trevi torna al suo originale splendore. Nei 17 mesi di restauro 3 milioni di visitatori hanno potuto ammirare il monumento grazie a una passerella panoramica creata con pannelli trasparenti: una prospettiva unica, che permetteva di entrare fisicamente nel capolavoro artistico di fama internazionale.

Dopo averne sostenuto il restauro, Fendi ha reso il celebre monumento protagonista di un evento esclusivo: nel luglio 2016 ha festeggiato i 90 anni dall’apertura del suo atelier nel centro storico di Roma, organizzando una passerella suggestiva sulle acque dell’emblematica Fontana di Trevi.

La fontana è stata palcoscenico di performances di protesta di vari artisti: Graziano Cecchini nel 2017 si introdusse nel vascone centrale della Fontana di Trevi con una tanica piena di colorante rosso e ne riversò dentro una piccola quantità prima di essere fermato dalla polizia. Dieci anni prima, nel 2007, sempre Cecchini colorò di rosso l’acqua del monumento, definendo il suo gesto un’opera d’arte e non un atto vandalico: “in 10 anni poche cose sono cambiate, molte delle quali in peggio. Roma è sempre stata lo specchio del Paese e oggi è spenta, addormentata in mezzo alla sua sporcizia e alla sua corruzione. A 10 anni di distanza ripeto la mia performance per tentare di scuotere gli animi. La Fontana di Trevi rossa è un grido per dire che Roma non è morta, è viva ed è pronta ad essere la Capitale dell’arte, della vita, della rinascita”.

Altro performer finito su tutti i giornali è l’artista spagnolo Adrián Pino Olivera: nell’aprile del 2017 entra nudo nella fontana mettendo in relazione la sua nudità con la sacralità dell’arte. Conosco Adrián da molti anni e non è certo la prima volta che utilizza il proprio corpo come forma di rivendicazione, dice: “La società contemporanea occidentale limita la nostra libertà, ci spinge a ragionare entro schemi precostituiti. Bisogna liberarsi da questa maschera, presentarsi nudi al mondo: questa è la chiave della vera felicità.” Anche in questo caso vi invito a limitare il vostro spirito artistico e a mantenere addosso i vestiti 🙂

C’è chi si spoglia; chi ne tinge le acque; chi esprime desideri; chi scatta selfie; chi si tuffa come l’Aida Nizar interpretata dalla Ekberg (e si prende 450 € di multa) e poi c’è chi, come me, si siede e si perde in questo concentrato di bellezza unico al mondo.

Come raggiungere la Fontana di Trevi

Per raggiungere la regine di tutte le fontane potete prendere la metro Linea A (rossa) e scendere alla fermata Barberini (chiusa fino ad ottobre, per aggiornamenti sulla metro leggete il nostro articolo!) oppure un autobus come il: 64, 85, 80, 492, 63 e il 590. La fontana si raggiunge a piedi da Piazza Venezia, Piazza di Spagna, dal Pantheon o da via del Corso.

Consiglio: la mattina presto e la notte sono i momenti migliori per vederla senza doversi far spazio tra la calca di turisti e i venditori di rose. Inoltre, potete consultare la live Webcam della Fontana di Trevi per avere un’idea di quante persone troverete.

Io vi consiglio di non spostarvi nel centro storico in macchina, poiché è in gran parte zona a traffico limitato, trovare parcheggio non è facile e non è il miglior modo per muovervi a Roma.

Cosa visitare nei dintorni della Fontana di Trevi

Siete nel cuore del centro storico di Roma iscritto, dal 1980, nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO: qualunque strada prendiate vi porterà alla scoperta di opere d’incomparabile valore artistico, prodotte in quasi tremila anni di storia.

Ve ne elenco alcune:

  1. PIAZZA COLONNA: raggiungibile a piedi dista meno di 300 metri. Si chiama così per l’impressionante colonna di marmo eretta in onore di Marco Aurelio dopo la sua morte (180 d.c per precisione).
  2. LA GALLERIA ALBERTO SORDI con la vicina Via del Corso, per passare qualche ora di relax nella via dello shopping romano.
  3. PIAZZA DI SPAGNA: a meno di dieci minuti a piedi troviamo Piazza di Spagna, una delle piazze più famose di Roma, con la sua famosissima scalinata del XVIII secolo. La scala collega la piazza con la Chiesa di Trinità dei Monti e la Fontana della Barcaccia opera di Pietro Bernini, padre di Gian Lorenzo che concluderà i lavori nel 1629.
  4. PANTHEON: sempre a meno di 10 minuti a piedi trovate il Pantheon ma non mi dilungo perché ho già scritto tutto quello che c’è da sapere su questo “imperdibile” del panorama romano.
  5. PIAZZA BARBERINI con la Fontana del Tritone realizzata in travertino e la Fontana delle Api, entrambi opere del Bernini.

Dove mangiare in zona

Se tanta arte vi ha fatto venire fame, troverete diversi ristoranti vicino alla alla Fontana di Trevi! Il primo che consiglio è Baccano, non solo bar ma ristorante di qualità e locale notturno con cocktail: un bistrot parigino di un tempo nel cuore di Roma. Se avete voglia di pizza gourmet con cucina romana Piccolo Buco è il posto che fa per voi. Per un bel gelato artigianale, invece, non potete perdere la gelateria Antonietta Cecere.

Siamo in una zona dove molti ristoranti sono delle vere e proprie trappole per turisti: i prezzi dei ristoranti che vi ho consigliato non sono bassi ma almeno la qualità è assicurata!

Spero di aver soddisfatto tutte le vostre curiosità, ma se avete dubbi come sempre lasciatemi un commento!!!

  • 27 Novembre 2020 at 16:48
    Pino Quadraro
    E poi il forno Riposati .....favoloso pizza buonissima
  • 27 Novembre 2020 at 16:47
    Pino Quadraro
    Pure ristorante il picchio credo dal 1929 e il Chianti dono ottimi
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